PELLEGRINO ARTUSI |
LA STORIA |
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"LA STORIA
LA STORIA E LA TRADIZIONE "Cosa
abbia pensato Pellegrino Artusi dell'ospitalità bertinorese non è facile
a dirsi, allorchè si seppe che la banda di Stefano Pelloni detto il
Passatore- prima di attuare l'impresa più famosa del brigantaggio che
seguì la caduta della Repubblica Romana ed il ritorno del Papa Re, cioè
l'invasione di Forlimpopoli- era stato ospite per due giorni presso il
bertinorese Giuseppe Lazzarini detto "e Murin" di anni 38 la cui
casa sorgeva in parrocchia Casticciano di Bertinoro (n° 2 sez.Trò, prop.fratelli
Gardelli). Dopo
aver di là ben studiato piani e tempi, il Passatore con la sua masnada,
la sera di Sabato 25 gennaio 1851, sul palcoscenico del teatro ove erano
confluiti i forlimpopolesi più facoltosi, decretò impunito taglie e
ricatti, come scrive Olindo Guerrini più conosciuto con lo pseudonimo di
Stecchetti. Com'è noto, anche la famiglia dell'Artusi fu tra le più
colpite e la sorella Geltrude, per le violenze subite e per il terrore,
divenne pazza e pietosamente ricoverata nel manicomio di S. Benedetto di
Pesaro.(Stato anime1851: Artusi Agostino e Giunchi Teresa, genitori.
Gertrude, Rosa, Franca, Pellegrino: figli conviventi: Altri figli viventi:
Angela, sposata a Francesco Zattini; Antonia e Pellegrina, sposate ed
emigrate a Lugo). Proprio
da Bertinoro doveva partire l'azione di tanto temerario brigantaggio; da
Bertinoro cara a Pellegrino Artusi per avervi studiato ed affinato la
versatilità letteraria, da Bertinoro ove risiedeva Mons.Luigi Zattini
Brusaporci (di Francesco e Artusi Angela, n. Forlimpopoli 11/03/1852 m.
Bertinoro 26/02/1935) che fra l'altro fu parroco di Polenta prima e della
Trinità poi, con il quale era legato anche da stretti vincoli di
parentela; da Bertinoro ove ove dalle mani di Sua Eccellenza Federico
Bencivenni aveva ricevuto l'unzione cresimale (Vescovado 25/5/1828
-Pentecoste- Cancalliere Can. P. Pedrini). Bertinoro
paese ospitale per briganti dunque e non più per lieti convivi celebrati
dall'Alighieri e dai migliori di tutti i tempi? Oppure
Bertinoro buon custode dell'ospitalità che non ha distinguo, come vuole
il motto della sua Colonna: OMNIBUS UNA, per tutti, chicchessiate, è
un'anella ospitale a cui appendere simbolicamente gli umani affanni?Per la
cronaca va ricordato che l'ospitale brigante bertinorese Giuseppe
Lazzarini, il citato "Murin", fu arrestato e fucilato nella
piazza del Teatro di Forlimpopoli; l'ospite Passatore, dopo breve
latitanza non ebbe miglior fine e nello stesso anno 1851 nei pressi di
Russi fu tradito ed ucciso; Pellegrino Artusi emigrò in Toscana. Ma non
con risentimento verso Bertinoro, che considerava sempre il colle ospitale
ove aveva fatto i suoi studi nel Seminario Vescovile, aveva coltivato le
amicizie, aveva conosciuto i patrioti che intessevano rapporti con il
padre che fu partecipe dei moti del 1831 per sottolineare la stanchezza ai
soprusi e la ribellione all'assopimento della dignità nazionale.
Pellegrino, nel suo volontario confino, portò con sè il sapore della
Romagna generosa e, come scrivono Aldini e Bassetti, a Firenze amava
attorniarsi " spesso della numerosa schiera di parenti ed amici che
egli intratteneva con la sua gioviale ospitalità". E quanto abbia
influito in ciò il ricordo della Colonna di Bertinoro è facile intuire,
da lui conosciuta visivamente attraverso i cartigli del Capitolo dei
Canonici della Cattedrale, i brevetti ed i sigilli dell'Accademia dei
Benigni, la grande pittura di Antonio Zambianchi nella sala del Senato di
Palazzo Ordelaffi, sede del Gonfaloniere di Bertinoro Onofrio, della
prestigiosa famiglia dei Novelli: la Colonna di sasso non era ancora
risorta sulle antiche fondamenta, pochi ruderi
della....stessa erano conservati in una nicchia in fondo allo
scalone del Palazzo e qualcuno avanzava l'idea di farla risorgere sulle
antiche fondamenta. Ma soprattutto la fraterna accoglienza che Bertinoro-
nei tempi che furono quelli della sua maturazione giovanile- pur così
turbolenti e densi di avvenimenti per le condizioni politiche e sociali-
seppe sempre esternare nei confronti dei giovani che convenivano sul colle
per apprendere lettere e retorica, come si diceva allora, presso il locale
Seminario aperto anche alla frequenza dei non seminaristi: quella fu una
grande componente per il calore che ne scaldò l'esilio. L'Artusi, checchè
sia stato scritto di lui a proposito dei vini che non avrebbe ben
conosciuto e valorizzato così come seppe invece fare con i mangiari (
"La scienza in cucina e l'arte di mangiare bene" Editore
Salvatore Landi in Firenze, 1891) nel Seminario Vescovile di Bertinoro non
poteva non essersi fatto una cultura quantomeno in fatto di albana!
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LE DUE MANIFESTAZIONI PIU' TRADIZIONALI LA
SEGAVECCHIA (Forlimpopoli) E IL RITO DELL'OSPITALITA'
(Bertinoro) Se dell'Ospitalità Bertinorese l'Artusi assimila quell'insegnamento che
lo accompagnerà nel suo peregrinare, c'è da chiedersi cosa abbia
lasciato nei suoi occhi e sogni di bambino l'immagine curiosa di quella
grande festa che è la Segavecchia di Forlimpopoli. |