PROFILO DELL'AUTORE

IL SUO PERCORSO ARTISTICO, DOPO UNA FASE DI FORMAZIONE TERMINATA NEL 1969, HA VISSUTO ALCUNE IMPORTANTI ESPERIENZE FORMATIVE:

1-Realtà e simboli (1969-1975);

2-Psicologia e Valori (1975-78);

3-La ricerca esoterica e Kabalistica/ gli Archetipi (1978-1986);

4-La sintesi di luce e colore (1987-2000)

5-La fase dell'albero Generativo o della "Resurrezione dell'Arte" (dal 2001 ad oggi)

6-Dal 2004 la maturazione del suo percorso

 

Dopo aver percorso un proprio itinerario artistico legato alla ricerca di luce e spazio, Solari è pervenuto, attraverso l'esperienza kabalistica prima e alchemica poi,  alle iperstrutture ed al successivo uso della tecnica del punto luce materico.

Dalle scansioni cromatiche e strutturali alle ali di carte e stracci è giunto alla definizione di un’arte totale attraverso un processo generativo dell’arte stessa, dando quindi più valore al percorso creativo che non al prodotto finale al quale, secondo Solari, non si può più attribuire un significato di arte contemporanea in senso assoluto.

Il prodotto finale è quindi il processo, il percorso stesso che si materializza e diventa visibile e percepibile sia a livello sensoriale che spaziale…..in quanto sintesi virtuale entro la quale far vivere le proprie riflessioni sul tempo, sull'esperienza di ieri e di oggi.

Parallelamente Solari ricerca e rappresenta Verità mistiche e teologiche che possono permettere all’artista di collocare le proprie conoscenze e abilità espressive oltre un piano storico e fuori dal tempo e dalle mode. Uscire quindi dai meccanismi sterili dettati spesso dal mercato per perseguire la convinzione che l’arte possa ancora aiutare il mondo, come forse facevano i primi uomini creativi  nell’antichità, e questo proprio grazie alla conoscenza e alla rivelazione di verità mistico-teologiche e filosofiche.

Tale rivelazione, insieme al recupero di valori spirituali ed umani sono diventati oggi una necessità urgente, affinché i roghi culturali e i “falsi dei” o “Totem Pagani” dell’arte non uccidano completamente gli stimoli creativi e i sensi di un uomo che rischia di seguire il gregge verso il baratro o l’abisso apocalittico.

L’uomo, con la sua riacquistata solitudine, dovrà imparare a riflettere e fare di tale riflessione il perno del suo arricchimento e della sua rinascita, quanto meno morale e possibilmente anche spirituale e mistica oltre che creativa. Utilizzando materiali poveri come il legno Solari realizza i suoi simulacri, o totem, che intendono aprirsi al dialogo sociale e culturale riflettendo in sè le contaminazioni e le problematiche dell'oggi.

 

 

GIORGIO MASCHERPA (1985: presentaz. cat. mostra a Milano: Gall. Nuova Sfera)

... Ebbene questo rintracciare i principi primi nelle allegorie delle cose è quanto di più sublime forse concerne l’arte perché ad un significato visivo ne associa un altro intuitivo ma pur sempre cosciente, oltre l’irrazionale. Quando la prima volta, lei mi parlò delle sue ricerche su Durer e Leonardo io mi chiesi, d’istinto e d’acchito cosa avesse a che fare uno studio tanto appassionato come quello (a me ignoto) che lei dipingeva: e temevo che troppo studio, avvelenasse la grazia e la spontaneità della sua espressione. Poi ho visto le sue cose, anche se indirettamente, e mi sono tranquillizzato e non perché fossero o mi sembrassero (rifiuto sempre le graduatorie di bellezza) dei capolavori ma perché erano... pittura, morbida, ricca, variata, erano una ricerca d’immagini, erano quel suo “volare., che tanto ama, l’ala piumata della “Melencolia” dureriana, quella che troppo superficialmente tutti seguitiamo a chiamare “malinconia”. Dirò anzi che in taluni quadri, proprio quelli ispirati alla celebre stampa, e nel “Gesù tra i dottori” e nelle sue variazioni, c’è il meglio della sua spontaneità espressiva. Segno forse che la luce della ragione illumina anche un barlume di verità.

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LUIGI CAVADINI (presentazione mostra "Dimensione Uomo attualità del Rinascimento"- Gall.Temarte-Como-1983)

OMAGGIO AD ALBRECHT DURER E A RAFFAELLO... NELL’ARTE DI ERNESTO SOLARI

Ogni artista presto o tardi sente quell’impulso irresistibile che lo porta a rivisitare l’arte del passato. E vi si avventura spesso tra i problemi di carattere estetico, cromatico, compositivo... Difficilmente il suo lavoro di indagine si approfondisce fino alle motivazioni e al clima che quel modo di fare arte ha generato. Ernesto Solari ha invece tatto il contrario: è partito dal profondo per arrivare a considerare e ad apprezzare gli esiti di certe esperienze che si sono sviluppate in Europa tra il XV e il XVI secolo.    Ed ecco allora la passione per Durer, l’artista sempre tormentato dalla necessità e dall’ansia della perfezione. Continuamente in ricerca, va man mano affinando la sua espressione e il ritmo della composizione si fa più fluido ed efficace. In questa faticosa ascesa si evidenzia (e Solari ne ha puntualizzato, sia in campo pittorico che saggistico, i più arcani aspetti) il bisogno di razionalità; di una razionalità, però, che non interferisca con una fantasia trasognata, con una fine ed accurata sensibilità, con la poesia delle forme. Il linguaggio pittorico allora sfrutta la suggestione dei numeri e dei simboli spesso più eloquenti di tante parole e di tante immagini....

...l’esigenza di adesso di un uomo come Solari che vuole essere artista vivo e che quindi è e sarà sempre insoddisfatto di quello che sta facendo, perché è subito superato, bisogna subito andare oltre. Il cammino artistico di Solari si è sviluppato su percorsi in ascesa, sempre diversi e sempre preliminari ad altri. Figuratività e simbolismo, astrattismo e strutturalismo sono le basi del suo operare di oggi. Le sue opere dimostrano ora una maturità di ispirazione e di composizione che è certamente risultato del lungo studio sugli artisti del passato. Soggetti e oggetti della sua pittura diventano forme dinamiche — evanescenti pieghe di una veste rinascimentale — che tutto coinvolgono nel loro gioco di colori, di toni, di linee. Gli effetti sono sorprendenti anche perché spesso il tutto si distende e si fa freddo. Il passaggio dal movimento vivace alla quiete scuote l’animo del fruitore e lo costringe a pensare. La visione, nel suo insieme, si fa simbolo dell’instabilità dell’uomo, dell’irrequieto vivere. E la calma distensione dell’immagine trasmette suggestioni e messaggi. Nella sua nudità, sottolineata dal ricomparire di linee rette e di numeri, riesce ad essere anch’essa eloquente. Qui ritorna quel sottile gioco tra razionale ed irrazionale, tra vissuto e sognato, tra esistere ed essere.Solari vi si immerge, con i suoi colori che spaziano tra le infinite composizioni consentite dalla natura e con quei segni che portano in sé verità e messaggi. E nel suo discorso, nella sua riflessione fatta immagine, l’artista gusta quella “dimensione uomo” tanto cara a Dùrer e a Raffaello.

  DA UNA RECENSIONE CRITICA di Antonio Gasbarrini (il Messaggero)

Il suo approdo poetico ad una “Visione mistico-esoterica” avviene attraverso un ricco e poliedrico percorso di lavoro condotto sul versante della ricerca simbolica. Da una fase di studio iniziale che Io ha portato a ripercorrere le esperienze più significative dell’arte classica ed avanguardistica - è giunto poi a maturare la rilettura simbolico-psicologica di una pittura anacronistica e citazionista legata allo studio ed al recupero dei grandi artisti o personaggi emblematici del Medioevo e del Rinascimento vicini alla cultura neoplatonica. Spinto dalla convinzione inconscia di poter ritrovare - attraverso un processo di lettura e reinterpretazione dell’opera di grandi figure esoteriche quali Leonardo, Durer o Federico II (tanto per citare alcuni tra gli esempi più eclatanti) - la chiave arcana celata sotto la superficie pittorica o culturale della loro opera, è pervenuto al ritrovamento di alcune “Verità” celate.I suoi approfonditi studi kabalistici lo hanno poi portato ad effettuare una sorta di materializzazione estetica di varie intuizioni personali sfociate in vere e proprie performance espositive quali Melencolia di A. Durer (Milano, 1985), Leonardo ed i Tarocchi (Como,1990), Federico 11:Lo sguardo delL’Aquila (Brisighella, L’Aquila e Foggia, Vieste e Como,‘94-’95), l'Albero della vita e della Conoscenza (Como Villa Olmo 1997). Dal 1985 Solari tende ad esprimere queste sue ricerche mistico-esoteriche anche attraverso una rielaborazione tecnica della pittura e della grafica partita dall’impreziosimento cromatico di materiali poveri quali carte e stracci...  Questa ricerca ha spinto l’autore, nel 1989, ad una sintesi espressiva cromatico-concettuale simboleggiata dal “punto luce”...che costituisce la sintesi reale e concreta di una sola centralità: quella dell’Aleph o punto di incontro di tutti gli opposti e contrari, topos regale della “Verità rivelata”, fine principale da perseguire per ogni mistico-visionario. 

  Roberto Sanesi  (critico, letterato e artista dell'Accademia di Brera: da una presentazione alla mostra Infinito Leopardi)

Quasi vi fosse una frattura, per la quale la costante tentazione mimetica sia messa in grado di manifestare per antinomie il proprio congegno interno, complessivamente queste opere tendono a esporre una struttura simbolica quasi per uso contrastante del processo tecnico. "All'apparir del vero", che ancora preme con insistenza, si direbbe che  a "cadere" è appunto l'apparenza, perciò l'inganno, rivelandosi nel gesto che distingue e separa ben altra similitudine - non la "natura", per Leopardi avversa, ma le sue operazioni, il suo procedimento costruttivo, con tutta la meraviglia che ogni labirinto suscita.      Con percezione dell'enigma da sciogliere, stupefacente nell'attesa che si manifesti, restando groviglio, nodo, spirale. In particolare e soprattutto là dove accada che sia la luna, la generatrice dea bianca, a dominare la scena.      Nella comparazione- opposizione fra il "vagar mio breve" e il suo "corso immortale". Dunque Solari imposta la sua lettura visiva su una somiglianza del processo, procedendo da un riconoscibile (per esempio un ritratto) verso una sua collocazione che risulta un'indagine sia tecnico-linguistica sia simbolica, fino allesposizione del suo meccanismo, che non nega il persistere della "sensibil forma", ma solo in quanto riverbero, o sogno.Si spiega in questo modo, su certe ricorrenti impostazioni a Mandala, il coesistere di un reperto naturale in un'architettura data per linee di forza ( di origine futurista, fra Severini e Dottori per esempio) e la sensibilizzazione estrema del tessuto pittorico in un suggestivo "pointillisme" divisionistico. Sensibilizzazione per la quale si denuncia l'intensità dell'emozione lirica di fronte alla visione di una bellezza che, mentre sembra rifiutarsi alla percezione intellettiva , quasi la impone, a distinguere fra la dolcezza del naufragio individuale (la  tentazione " romantica") e la necessità di trattenere, di custodirne il  sublime nell'artificio delle forme dell'arte. Contraddizione solo apparente  che Solari indica (a volte con astrazione, verso esiti alla Delaunay; altre volte con riferimenti naturalistici incrociati) nella mobilità estatica dei suoi emblemi celesti, o "eterni giri". Istituendo un racconto fra molteplicità inafferrabile e unità di visione, ovvero téchne esposta in modo esplicito, così che solo razionalizzando possa continuare a riferire. E che poi riferisca un'interrogazione conferma l'autenticità del parallelismo leopardiano.

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