RIGENERAZIONE DELL'ARTE

 O RICERCA DELL'ALEPH

DAL MUSEO IN VALIGIA....

ALLE INSTALLAZIONI ....

Solari ha recentemente proposto la creazione di operazioni strutturate, che investono il patrimonio culturale e artistico attraverso un metodo, che definisce il campo d’azione come riflessione sulla critica d’arte, ma non solo. Il suo lavoro diventa supporto al pensiero ed alla conoscenza di sé,  ma anche serbatoio e luogo di incontro delle fonti a cui attingere. La constatazione e la consapevolezza di vivere in una realtà di contaminazione convivono con l’idea che al mondo esistano ancora delle incertezze e che molto deve essere ancora dimostrato e conquistato.

In questa condizione di ambiguità e di energie contrapposte si muove l’artista che rischia quindi di vedere le proprie creazioni travolte da numerose contaminazioni: in questa consapevole realtà si attinge dai simboli, dalle allegorie, dalle energie e dai sensi per trovare quel filo di Arianna, quella luce che ha il potere di illuminare e guidare la sua genesi creativa.

Dipingere, scolpire, modellare, disegnare, incidere sono linguaggi che consentono a Solari di realizzare non degli oggetti o dei prodotti fine a se stessi ma dei frammenti o delle espressioni di un unico discorso, di un dialogo a piu' voci che vivono o fanno vivere o rivivere uno spazio.

La narrazione fra elementi espressivi ed aspetti contaminanti appartenenti allo spazio fisico in cui la narrazione avviene, determina la materializzazione dell'Aleph, cioè  dell'unione degli opposti o degli elementi complementari.

Il suo scopo artistico é  pertanto il raggiungimento, o la creazione, di tale complementarietà che può  avvenire solo attraverso una coralità di elementi diversi, opposti o contaminati.

Una sua mostra è  quindi costituita non da una serie di opere ma da un ordito, da una coralità, da un insieme di strumenti che suonano insieme, che dialogano insieme, che urlano insieme per il raggiungimento di un unico fine, che è la sintesi, o la somma, di tutti i frammenti o elementi protagonisti della mostra stessa.

Se al centro dello spazio vedrete un  totem, vi accorgerete che questo dialoga o interagisce con i frammenti che lo attorniano o che gli stanno davanti o dietro; a sua volta questo totem potrà interagire e dialogare con una scultura o con un altro elemento che è stato collocato al suo fianco. Si crea così  una rete di relazioni che la mostra ha lo scopo di non frammentare ma di mantenerne in vita la trama narrativa.

Ogni mostra diventa pertanto un intreccio di fili, di drappi, di pieni e vuoti che armonicamente portano ad un risultato non oggettivo ma mentale, filosofale, psicologico, mistico....ecc..., è quindi un'installazione o un insieme di installazioni legate fra loro da un dialogo da un pensiero creativo e a volte anche risolutivo poiche l'Aleph è luce.

E la luce, come ci ha insegnato l'arte del passato, da vita al colore, elemento che Solari non ha voluto escludere dai suoi linguaggi e dai suoi dialoghi e che rimane presente pittoricamente. La pittura, seppur meccanica, non è stata abbandonata ma utilizzata e trasformata in materia e forma plastica.

La particolare e complessa tecnica puntinista, da lui utilizzata, da oltre un trentennio, costituisce una sorta di reticolo o filtro (setaccio) in cui quasi per caso avviene una separazione tra ciò che rimane imprigionato all’interno e ciò che passa oltre.

Tra le luci destinate a trasformarsi in ombre scontrandosi con le forme materiche (carte, stracci e drappi) e quelle che riescono a filtrare aldilà dello sbarramento, in un processo (imprevedibile o razionalmente prevedibile ?) dove e’ esemplificato il momento traumatico del rito di passaggio.

Si tratta di un’arte, quella di Solari, che equivale ed un tentativo di spiare la fase centrale del processo del divenire. 

Solari è quindi artista anomalo, che va contro-corrente: egli non ricerca l’ispirazione trasmessa dal reale al proprio io ma cerca, nel processo e nel percorso, quelle emozioni e quelle cariche creative che possono spingerlo verso luci e bagliori di verità, nascoste nel tema della ricerca, del dialogo, della comunicazione ma anche della contaminazione che cambiano, a volte inconsapevolmente, la nostra vita.

 

 

  

 An effective performance in
VILLA OLMO-COMO 1997
Exhibition on the Tree of Life

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