IL 23 APRILE 2009 ALLE ORE 16 A MILANO PRESSO IL CIRCOLO DELLA STAMPA ERNESTO SOLARI PRESENTERA' UN DISEGNO LEONARDESCO INEDITO
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MUSEOSOLARI.COM
COMUNICATO
STAMPA
LEONARDO:
LA SANTANNA RITROVATA UN
LEONARDO DI LUINI O UN LUINI DI LEONARDO? Il prof. Ernesto Solari, studioso
ed esperto di Leonardo, rende noto il ritrovamento di un cartone,
appartenuto alla collezione del famoso storico settecentesco Padre Luigi
Lanzi, che riprende il disegno del volto della SantAnna del Vinciano.
Il disegno, realizzato a carbone, su tipica carta di fine 400 e inizi
500, utilizzata più volte da Leonardo, raggiunge una grande somiglianza
espressiva col dipinto originale del Louvre, rivelando una morbidezza
molto vicina alle opere del Maestro e del più valido e attivo dei suoi
allievi, Bernardino Luini. Lo stesso Lanzi sembra confermare questa
tesi, infatti, dalla sua monumentale pubblicazione della storia
dellarte Italiana (1796), trapela il suo grande amore per lopera
di Leonardo e di Bernardino Luini. Sappiamo daltronde che il Luini
era venuto in possesso di uno studio di Leonardo per la Sant Anna. Sulla base di queste premesse,
confortate oggi dal parere favorevole dello stesso Prof. Carlo Pedretti,
che ha esaminato direttamente il disegno, e ne ha apprezzato la carta e
la qualità, sono proseguiti gli studi che avevano portato Solari, in
modo non conclusivo, allattribuzione di questo studio a Bernardino
Luini, considerando anche lo stato di conservazione dello stesso. Sono
stati effettuati poi, su consiglio dello stesso Pedretti, dei raffronti
fra questo studio e tutti quelli conosciuti e conservati allAccademia
di Venezia, a Windsor e al Louvre. Ne è emerso che il disegno di
Venezia, relativo allo studio della SantAnna, e quello in oggetto,
potessero appartenere entrambi al Luini, realizzati da mani diverse. Il
primo potrebbe essere stato ripreso dal secondo grazie allo spolvero.
Questi studi potevano provenire entrambi dalla Accademia di Leonardo
prima di essere poi acquisiti dal Luini ( nel 1520), in alternativa, il
cartone in oggetto, dopo essere stato portato in Francia dal Maestro,
venne copiato da Cesare da Sesto, o da altro allievo, dopo che Luini lo
aveva acquistato. E
fuori di dubbio che Luini utilizzò tale disegno per lo spolvero di
alcune immagini similari, si tratta in particolare di alcune Madonne ma
anche di alcune figure presenti negli affreschi di Saronno.
Lesecuzione dello spolvero, che poteva essere effettuato più volte e
da più allievi che poi completavano e personalizzavano il soggetto con
la propria tecnica e abilità, ha certamente modificato leggermente in
superficie il nostro disegno, che non ha quindi lo status iniziale
risultando lievemente impastato: ciò rende difficile se non impossibile
individuarne eventuali segni caratterizzanti la manualità del suo
autore. E impossibile stabilire in effetti se è stato realizzato da
un mancino come Leonardo, cosa che invece nel disegno di Venezia sembra
proprio da escludere. Il disegno di Venezia, che era stato
precedentemente attribuito al Luini come una scritta posta in alto a
sinistra detta, viene oggi accostato ad altro allievo, forse Cesare da
Sesto, molto più aggraziato rispetto allo stile del maestro Leonardo.
La scritta potrebbe altresì confermarne lappartenenza, in quanto
proprietà, al Luini e quindi la provenienza dalla scuola del Leonardo. In conclusione la cosa certa è
che, rispetto allo studio di Windsor, la vera SantAnna di Leonardo va
ricercata fra questi due studi che sono molto più vicini
alloriginale, il dipinto che è conservato al Louvre.
E
su tali basi che sono proseguite le indagini e i confronti fra i reperti
e alla luce dei nuovi risultati ottenuti ci sembra sempre più probabile
unattribuzione diretta a Leonardo del nostro reperto.
Che si tratti poi di uno
studio di Leonardo lasciato agli allievi per utilizzarlo come spolvero e
poi acquisito dal Luini, o di una copia del Luini stesso fatto sulla
base di unoriginale oggi disperso, questo disegno, oggi ritrovato, è
senzaltro un documento importante legato a Leonardo, al suo stile
inconfondibile e ad uno dei suoi più grandi e significativi capolavori.
Como, 26.01.2009 Prof.Ernesto Solari
Disegno
leonardesco SantAnna", carboncino e biacca su cartoncino
preparato, mm. 209 x 167. |
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LUIGI LANZI: Padre
della moderna storia dellarte italiana (Montecchio,
oggi Treia) 1732 - Firenze 1810 In
Santa Croce a Firenze, fra le tombe di tanti uomini illustri italiani, è
anche quella di Luigi Lanzi "domo Monti Ulmi Agro Piceno", cioè
nato nellallora Montolmo, oggi Corridonia (Marche). Luigi Lanzi nacque
però, da famiglia originaria di Montolmo, a Montecchio (oggi Treia) il 14
giugno 1732 dove il padre era medico. Studiò prima a Fermo poi a Roma,
dove entrò nel 1749 dai Gesuiti, forse affascinato dalla grande cultura
di quellordine, allinterno del quale fu presto chiamato a reggere la
cattedra di greco, insegnando a Roma, Viterbo, Tivoli.
Venuti i Gesuiti in disgrazia, si portò a Siena poi a Firenze
dove, benvoluto dal Granduca Leopoldo, assunse nel 1775 lincarico di
vicedirettore della regia Galleria. In questo periodo approfondì i suoi studi di storia dellarte, materia che fu sempre la sua prediletta, entrando in contatto con gli ambienti artistici delle correnti neoclassiche, il Winckelmann in particolare. Nel 1782 diede alle stampe la "Guida della reale Galleria di Firenze" e intraprese anche importanti studi di archeologia e filologia del periodo etrusco, pubblicando nel 1789 il "Saggio di lingua etrusca e di altre antiche dItalia", che gli valse il riconoscimento di più dotto conoscitore delle civiltà paleoitaliche. Finalmente pubblicò (1796) la sua monumentale "Storia pittorica della Italia", unopera moderna, fuori dagli schemi del passato, che analizzava le varie scuole formatesi in Italia dal rinascimento fino al settecento, le correnti artistiche, i personaggi che si mossero al loro interno, anche i minori, le opere ed i capolavori. Questopera, tradotta in varie lingue e più volte rieditata, dette grande fama al Lanzi, che può per questo considerarsi come il padre della storiografia artistica italiana moderna. Il suo bello scrivere, la trattazione degli argomenti fuori dai vecchi schemi critici (per tutti il concetto del "bello ideale" caro al più noto Winckelmann), ne fanno tuttora un testo gradevole ed interessante. La sua fama crebbe e fu aggregato alle maggiori Accademie del tempo (del Cimento, la Fiorentina etc.), quella della Crusca lo elesse addirittura alla presidenza. Per la sua salute malferma, Luigi Lanzi si trasferì ai bagni
di Bassano ma, dopo loccupazione austriaca, fu a Treviso poi a Udine
per fare ritorno a Firenze soltanto nel 1801. Qui continuò i suoi studi
pubblicando altri testi sempre di critica artistica e di filologia,
approfondendo anche in campo archeologico gli studi sugli Etruschi. Morì il 31 marzo 1810 a Firenze e, come detto, ebbe lonore di essere sepolto fra i grandi in Santa Croce, vicino al Machiavelli. |
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CONSIDERAZIONI SUL DISEGNO
Il cartone riprende il disegno
del volto di 'Sant' Anna" di Leonardo, raggiungendo una grande
somiglianza espressiva col dipinto originale del Louvre, rivelando anche
una morbidezza che e propria del maestro ma anche molto
vicina alle opere del più valido e
attivo dei suoi seguaci, Bernardino Luini. E lo stesso Padre Luigi Lanzi, dalla cui collezione proviene
il cartone, a considerare Luini lo scolaro più vicino allo stile del Vinci. Lanzi, a proposito delle fisionomie vinciane, le definisce alquantovali, le bocche sorridenti, e sul chiaroscuro afferma che alcuni caricano fino al tetro (Luini) e che altri usano più moderatamente (Cesare da Sesto). Per il
Lomazzo, Luini è vicino al maestro nel tratto
del disegno, nelle attitudini e specialmente nellarte dellallumare. Citando gli affreschi del Luini nella Chiesa di
Saronno, Padre Lanzi ribadisce la tendenza al tondeggiare delle
facce che però non han alcune molta bellezza. Si rivela però un grande estimatore del Leonardo e del Luini tantè che sostiene la tesi, contraria a quella di Padre Resta, secondo cui larrivo a Milano del Luini, da lui considerato il più celebre imitatore del Vinci, risale a prima della partenza di Leonardo da Milano per Roma, pertanto deve essere considerato allievo diretto del Vinci e non dello Scotto come afferma il Resta. A dimostrazione di ciò il Lanzi cita un autoritratto del Luini già senile, effettuato a Saronno nel 1525 (*). Dellattività del Luini si ha traccia già dal 1507 e considerando che Leonardo rimase a Milano fino alla fine del 1515 (seconda la recente lettera trovata dal Pedretti), vi sono molte probabilità che lincontro con Leonardo fosse realmente avvenuto prima della sua partenza per la Francia. Da altre fonti si ha notizia che il Luini, dopo aver conosciuto le opere di Leonardo nel 1520, fosse entrato in possesso di alcuni cartoni del maestro e fra questi viene citato anche un cartone per la SantAnna da lui acquistato. Su tale datazione avrei alcune riserve, infatti, come già scritto in precedenza, Luini potrebbe avere avuto contatti col Maestro prima del 1515, data della sua partenza per la Francia (portò con se molti studi). E possibile altresì che questo cartone provenisse dalla scuola del maestro e che il Luini lo avesse utilizzato per la realizzazione di alcune sue opere già attorno agli anni 1513/1515. Questa notizia, se vera, può aprire, come vedremo, anche altre ipotesi su questo disegno. Allo stato attuale delle cose lo studio non può sollevare alcuna incertezza in merito alla sua appartenenza alla scuola leonardesca anzi, dal punto di vista storico, è inconfutabilmente leonardesco; ma possiamo addirittura considerare la possibilità di una attribuzione al maestro stesso viste le notizie citate in precedenza. Sulla base delle indicazioni espresse dal Lanzi e dal confronto fra gli studi e le opere riguardanti la SantAnna, sono apparsi evidenti i rapporti formali ed espressivi con i volti di molte Madonne del Luini. E nata così la decisione di formalizzare inizialmente lattribuzione allallievo di questo disegno lasciando comunque aperta la possibilità di una paternità diretta a Leonardo. Per tale attribuzione dovrebbero essere comunque riconsiderate certe caratteristiche fisionomiche che possono aver creato alcuni dubbi; il disegno infatti mostra lievi differenze anatomiche rispetto alla tipologia leonardesca ormai consolidata da altre opere quali il Bacco, il Giovanni Battista, la Gioconda: si tratta della larghezza degli zigomi e della lunghezza del naso. Questi sono però aspetti marginali se vengono confrontati con la scarsità di indizi e di certezze sullautenticità degli altri due studi esistenti; lo stesso dipinto originale del Louvre, che non è stato completato da Leonardo, potrebbe avere subito delle manipolazioni durante i restauri. Laspetto che colpisce di più del nostro disegno è naturalmente la foratura dei contorni per lo spolvero, fatta in modo molto sommario e impreciso. Tale perforazione del cartone, che sembra essere stata eseguita da mano poco esperta, probabilmente un allievo, potrebbe altresì confermare lipotesi di opera diretta del maestro che veniva utilizzata dagli allievi dellAccademia: fra questi ve ne sono alcuni che hanno praticato anche la tecnica dellaffresco e lhanno utilizzato con una certa familiarità, in particolare Bernardino Luini, Andrea Solario, Marco dOggiono. Certamente la presenza di tale perforazione può porre numerosi interrogativi ed aprire anche strade interpretative piuttosto avvincenti: Leonardo insegnava nella sua Accademia Milanese e gli allievi apprendevano luso del disegno e dello spolvero. Come sappiamo da Paolo Giovio, Leonardo era ossessionato dallabilità nel disegno e obbligava gli allievi allutilizzo prolungato delle tecniche del chiaro scuro e del disegno prima di poter accedere alluso di colori e pennelli, traguardo che diventava una sorta di premio per labilità raggiunta. Molti di questi allievi spesso utilizzavano e riutilizzavano certi studi del maestro per copiare e ripetere con padronanza le caratteristiche delle sue fisionomie, e spesso questi disegni venivano rovinati in superficie, erano anneriti e pestati al punto tale che non se ne distinguevano più i lineamenti. Potremmo pensare di trovarci davanti ad uno di questi modelli o prove che il maestro lasciava utilizzare agli allievi? Si tratterebbe quindi di cartoni modello ai quali il maestro dava probabilmente poca importanza, avevano solo la funzione di guida per i suoi allievi, ma erano pur sempre frutto della mano e dellabilità artistica del maestro. Se il cartone in oggetto fosse proprio uno di quei modelli, potremmo avere davanti ai nostri occhi unopera, rovinata ma originale di Leonardo, che con un attento restauro ed esami maggiormente approfonditi sulla carta, potrebbe rivelarci la vera essenza dellopera stessa derivata da tale studio, ma anche di quelle degli allievi che nacquero ad imitazione o che furono ispirate a tale modello. Si tratterebbe poi non di unopera qualunque, bensì dellunico vero studio certo di Leonardo per il volto della SantAnna del Louvre. Considerando infatti che gli unici due studi esistenti della SantAnna hanno una vaga somiglianza col dipinto originale e che non è stato possibile attribuirli con certezza, potremmo realmente trovarci davanti al primo e vero studio diretto del maestro sul volto della SantAnna prima ancora della esecuzione del secondo cartone dinsieme, oggi scomparso, dopo quello di Burlington House. Gli studi effettuati hanno comunque consentito di
collocarlo in piena scuola leonardesca e lattribuzione al Luini,
inizialmente proposta e confermata dal prof. Pedretti in una sua lettera,
era ben sostenibile ma oggi la ricerca non ha ancora svelato tutto e
soprattutto non ha ancora contribuito a negare una possibile paternità
diretta al Maestro Leonardo. (*)La data di nascita del Luini non è conosciuta, si presume attorno al 1460 |
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GLI SVILUPPI DELLA
RICERCA Lindagine condotta ha cercato di trovare da subito una
conferma sulla tipologia leonardesca della SantAnna attraverso un confronto diretto sia col dipinto del
Louvre che con lunico
studio (*) esistente attribuito a Leonardo. Dallo studio e da unattenta
osservazione anatomica sono emersi alcuni particolari che ne
caratterizzano lidentità del
volto: una larghezza del volto più
ampia rispetto ai volti del Luini e dello stesso Leonardo, una lunghezza
del naso inferiore rispetto alla stessa del dipinto del Louvre, anche se
lo studio per la SantAnna attribuito (con qualche riserva) al maestro propone
parametri molto simili sia per quanto concerne la larghezza del viso che
per la lunghezza del naso. Per quanto riguarda la forma degli occhi e la
loro posizione risulta essere corrispondente agli schemi originali
leonardeschi proposti in alcune sue opere come il Bacco, il Battista, la
Gioconda. E presente altresì sulla fronte del volto il segno della veletta della SantAnna. Il chiaro-scuro, che sembra in apparenza morbido e
plasticamente apprezzabile, allaltezza
della tradizione della scuola leonardesca, non lascia però intravedere chiaramente ed in modo leggibile il segno,
limitando così un
possibile approfondimento sulla mano dellautore.
Nonostante alcuni tentativi effettuati con luso di strumenti e filtri fotografici, i risultati ottenuti non consentono alcuna opinione certa. E alquanto suggestiva la presenza apparente in fluorescenza di due elementi che potrebbero costituire indizi ma non prove verso la paternita leonardesca del reperto: si tratta di una piccola testa femminile collocata sopra i capelli della parte sinistra della S.Anna e di una parola scritta in basso sulla spalla della Santa che potrebbe essere Lunardo, Lombardo o Lionardo forse una firma o semplicemente un nome scritto sul foglio e da chi?..dallo stesso autore del disegno o da un allievo? Non appaiono tratti di matita. Come si sa gli artisti mancini utilizzano
segni obliqui, da sinistra in alto verso destra, in basso. Se venisse
confermata la presenza di questa tipologia di segni si potrebbe allora
considerare una possibile paternità leonardesca del disegno. Alla tecnica del bianco e nero sfumato era ricorso in più occasioni anche il maestro, ma lo stato del disegno non
consente di ottenere ulteriori suggerimenti stilistici e tecnici. Come espresso con estrema chiarezza da Padre Lanzi, il Luini tendeva a caricare lintensità del chiaroscuro e ad arrotondare i volti; due caratteristiche, queste, che ricondurrebbero alla mano dellallievo Bernardino Luini ed alla sua bottega (*1). * * * (*)Esiste un secondo studio della
SantAnna, considerato del maestro, che è riconducibile al cartone oggi
disperso e riprodotto in un disegno dellAnnunziata di Firenze. Si
tratta di un volto che dovrebbe precedere gli studi qui considerati ma la
cosa strana è che la sua forma se capovolta va a coincidere in modo
incredibile con la struttura del nostro disegno. (*1) Fra le numerose opere del Luini che rivelano tratti fisionomici simili al nostro cartone sono state prese in esame: La Holy Family (datata in modo sommario al 1513/15); la Santa Caterina; Il sonno di Gesù Bambino (Louvre); |
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GLI ESAMI EFFETTUATI Gli
esami effettuati recentemente, su richiesta dello scrivente, non hanno
contribuito, come si sperava, ad individuare in modo chiaro le
caratteristiche del segno dellautore anche se attorno al collo sono
maggiormente visibili alcuni tratti dei capelli, che comunque non
permettono una lettura definitiva. Tali esami ci hanno altresì consentito
di notare la presenza di alcuni segni o scritte presenti sul foglio, ma
non leggibili purtroppo ad occhio nudo, che comunque non costituiscono né
prova né conferma della paternità diretta al Leonardo ma soltanto indizi
su cui effettuare degli approfondimenti.
1-Un
noto antiquario Veneto, esperto di opere su carta, lha peritata come
carta di fine quattrocento e primo cinquecento e usata solitamente da
Leonardo, ipotesi confermata anche dal Prof. Carlo Pedretti che ha trovato
il disegno di pregio e certamente di scuola leonardesca. 2-La tecnica del disegno è a carboncino-nero con lumeggiature a biacca su fondo preparato con colore terra chiara. Una tecnica complessa e di grande effetto che precede quella degli studi francesi su carta francese preparata a nero e realizzati con la stessa matita nera che Leonardo utilizzò per alcuni studi di panneggio proprio per la S.Anna e la Vergine. Si tratta di effetti ricercati e ottenuti dal maestro? 3-Fotografie
allinfrarosso eseguite presso il Dipartimento di Storia delle Arti
Visive dellUniversità di Padova dalla Dott.ssa Maddalena Bellavitis (6
novembre 2008) 4-Fotografie
in fluorescenza UV ed una serie di riflettografie effettuate dal Dott.
Paolo Spezzani (Cavallino-Treporti 23.12.2008) Il referto tecnico rilasciato in
data 6 novembre 2008 dalla
Dott.ssa Maddalena Bellavitis: Per quanto riguarda il disegno
raffigurante la Testa, le immagini ottenute mostrano in maniera
leggermente più nitida i contorni lungo i quali sono stati effettuati i
fori per lo spolvero, ad occhio nudo infatti in alcuni punti questi si
confondono con la colorazione della preparazione della carta o con il
chiaroscuro che dà vita al volto della donna. Anche alcuni dettagli come
i capelli che si vedono ai lati del collo sono resi più chiari. Vengono evidenziate maggiormente le
lacune, che spesso interessano anche il supporto- quasi sicuramente uno
dei primi motivi per cui il foglio è stato incollato su un cartoncino- e
sembrerebbe che i segni principali che costruiscono il disegno ( si vedano
soprattutto il contorno del volto o la punta del naso) siano stati
ripassati da unincisione. I fori dello spolvero sono molto vicini ma si
intravede una sottile linea quasi continua dove viene a mancare la
preparazione. Forse lartista che aveva intenzione di utilizzare il
foglio come un cartone prima di eseguire i fori calcò i contorni del
disegno perché fossero chiaramente visibili sul recto, procedendo quindi
a fare i piccolissimi buchi lungo la traccia che aveva creato. Si
spiegherebbe in questo modo il fatto che i bordi dei fori risalgano verso
lalto, come se la punta che li creò avesse bucato la carta dal retro. Il referto tecnico rilasciato in
data 23 dicembre 2008 dal
Dott. Paolo Spezzani: Sono state eseguite sul disegno leonardesco una serie di fotografie in fluorescenza UV ed una serie di riflettografie. La fluorescenza UV rende evidente con tonalità più scure le zone di mancanza totale di carta, si legge più scuro il cartoncino di supporto. Non ci sono tracce di vernici o di pigmenti che entrano in fluorescenza. Unico elemento di differenza con il visibile sono alcuni tratti sulla parte alta di sinistra, che potrebbero risultare segni casuali. Per quanto riguarda le immagini in riflettografia in infrarosso, realizzate con filtri: Kodak 87; Hoya RM90; X-nite 1000. Le differenze tra i tre filtri è modesta, ma è possibile pensare che il disegno sia stato realizzato a carboncino, visto che in infrarosso aumenta il contrasto, specie nelle zone dombra. Inoltre i tratti del carboncino sono più leggibili in riflettografia, cosa che è confermata anche da prove sperimentali. |
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SULLE CONSIDERAZIONI DEL PROF. CARLO PEDRETTI E RELATIVE
NOSTRE DEDUZIONI Sulla
base di quanto affermato dal Prof. Carlo Pedretti sia per lettera, dopo
aver visto la foto del disegno inviata da noi a Los Angeles, che
direttamente nei giorni in cui ricevette la cittadinanza onoraria presso
la città di Vinci, nellestate del 2008, quando ebbe loccasione di
vedere dal vivo il nostro disegno, si può pervenire a queste
conclusioni. Il
Prof. Pedretti espresse un parere molto positivo sul disegno:
dal vivo acquista maggior qualità rispetto alleffetto
dellimmagine. Confermava
altresì la tipologia di carta utilizzata da Leonardo e limportanza
che ha la provenienza della collezione Lanzi. Successivamente
il Prof. Pedretti, dopo aver letto la mia prima ipotesi attributiva alla
scuola leonardesca con particolare riferimento anche alla mano
dellallievo più vicino allo stile di Leonardo, Bernardino Luini mi
scrisse di aver letto con piacere la mia tesi sul disegno della testa
della Sant'Anna considerando l'attribuzione al Luini ben sostenibile e
invitandomi però a prendere in considerazione anche un disegno di alta
qualità che si trova allAccademia di Venezia. Il
Prof. Pedretti considera infatti utile esaminarne unanalogia
attributiva, in parallelo col nostro disegno, confermando la necessità
di un ulteriore approfondimento e di un confronto fra i due reperti ma
in quale ottica se non in quella di ritrovare fra questi due studi
lidea originale o la mano stessa del maestro? E sulla base di tali indicazioni del Prof. Pedretti che sono proseguite le indagini e i confronti fra i due reperti e sulla base dei risultati fin qui ottenuti ci sembra sempre più probabile unattribuzione diretta a Leonardo del nostro reperto. |
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LAUTORE: Ernesto Solari Ernesto Solari, nato a Forlimpopoli (FC) nel 1951, si è diplomato al Liceo Artistico di Bologna, ha poi frequentato la Facoltà di Architettura di Firenze. E
vincitore di concorso per linsegnamento del disegno nella scuola media.
E abilitato allinsegnamento del disegno e storia dellarte nella
scuola media di primo e secondo grado. Solari
è artista e ricercatore, conoscitore di simboli esoterici, alchemici e
Kabalistici. Studioso dellopera di Leonardo, ha ottenuto numerosi
riconoscimenti da parte di illustri professionisti ed esperti del mondo
dellarte e della cultura fra cui il Prof. Carlo Pedretti che nel suo
libro Leonardo &io ha evidenziato limportanza delle sue
ricerche sul Vinciano. Solari
ha partecipato a diversi convegni e conferenze nazionali sui temi
dellarte e della storia dei simboli; ha effettuato numerose
presentazioni pubbliche delle sue tesi e delle relative pubblicazioni. Ha
allestito circa sessanta mostre (personali e/o tematiche) in varie città
italiane ed estere; ha curato numerose pubblicazioni darte e
saggistica. Ha
curato lorganizzazione e lallestimento delle mostre: Leonardo,
Durer e Raffaello: attualità del rinascimento, Como 1983; Il
Dossi e gli Scapigliati, Como Broletto 1985; Ligabue
e Mazzacurati Como San Francesco, 1989; Il
Cielo in mano, Cernobbio Villa Erba, 1990; I
Luoghi dellArtusi Bertinoro (tre spazi)1992; Federico
II:Lo sguardo dellaquila, a Brisighella, LAquila, Foggia, Vieste,
Como, 1994-95; Lalbero
della vita, Como Villa Olmo, 1997; Artusi
lAlchimista dei sapori Forlimpopoli Festa Artusiana 1998;
Infinito
Leopardi Como San Francesco e Bertinoro Palazzo Comunale, 1999; Cagliostro
presso la Rocca di S.Leo, 2004; La
sacra Famiglia di Lipomo Chiesa di S.Giacomo a Como 2004; Leonardo,
Piona e il Cenacolo presso lAbbazia di Piona (Lc), 2005; Gioconda,
il volto e lanima presso lAbbazia di Piona(Lc), 2006. LIBRI
DEDICATI AGLI STUDI LEONARDESCHI -1983:
Leonardo, Durer e Raffaello: attualità del rinascimento Ed.in proprio -1990:
Gli Arcani occultati di Leonardo Ed. Saval -2000:
La Sacra Famiglia di Lipomo: un Leonardo ritrovato Ed. New Press -2004:
Leonardo, Piona e il Cenacolo Ed. Aisthesis -2006: Gioconda, il volto e lanima Ed. Aisthesis |